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Joseph Roger O'Donnell, Un ragazzo giapponese in piedi sull'attenti dopo aver portato il fratello minore morto a una pira per la cremazione. © Joseph Roger O'Donnell. Joseph Roger O'Donnell, Un ragazzo giapponese in piedi sull'attenti dopo aver portato il fratello minore morto a una pira per la cremazione, Nagasaki, 1945. © Joseph Roger O'Donnell.

Papa Francesco e il frutto della guerra

In piedi, sull'attenti con quella tensione e attenzione che solo un bambino giapponese educato in modo tradizionale riesce a esprimere. Occhi fissi davanti a sé, testa fieramente diritta, il petto proteso in avanti per compensare il peso del bimbo addormentato che porta sulle spalle. Se non ci fosse una didascalia che ci riconduce a un contesto atroce, potremmo leggere l'immagine ben altrimenti. Ma l'ancoraggio testuale ci dice che il bambino non è addormentato. È morto e il fratello maggiore che lo porta sulle spalle sta attendendo che il suo corpo venga cremato.

Siamo a Nagasaki, isola di Kyūshū, Giappone, 1945. Il piccolo corpo senza vita, nella fotografia di Joseph Roger Joe O'Donnell è solo una delle vittime (stimate tra 39.000 e 60.000 a seconda delle fonti) provocate dal bombardamento del 9 agosto 1945.

La compostezza della postura contrasta con la situazione. Quasi non traspaiono emozioni sul volto di quel fratello in attesa. Sta compiendo il suo dovere. Che sia doloroso si intuisce dalla tensione dei muscoli facciali che contrasta con la rilassatezza del volto del piccolo cadavere. Quando l'occhio inizia a confrontare i due volti, l'immagine diventa dirompente e scatena un turbine di emozioni che ci rimandano all'atavica atrocità della guerra. Resa sempre più crudele dalla tecnologia.

... Il frutto della guerra, il cartoncino fatto stampare da Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2018, con la fotografia di Joseph Roger O' Donnell. © Ufficio Stampa Vaticano.
... Il frutto della guerra, fronte e retro del cartoncino fatto stampare da Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2018, con la fotografia di Joseph Roger O'Donnell. © Ufficio Stampa Vaticano.

Proprio per questo Francesco Bergoglio, Papa Francesco, ha scelto questa immagine per far stampare un cartoncino in occasione della Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio 2018.
... il frutto della guerra è il laconico testo che precede la firma Franciscus sul retro del cartoncino, mentre in basso una didascalia contestualizza lo scatto. «Anche se il rilascio della foto in vista di Capodanno – commenta su Crux John L. Allen Jr. – non aggiunge nulla di sostanziale alle posizioni del pontefice, è comunque la prima volta che Francesco chiede che un'immagine specifica sia diffusa nel periodo delle feste, suggerendo che il suo messaggio è particolarmente rilevante al momento».

Ora che un Papa, sia pure estremamente attento alle strategie comunicative, scelga personalmente un'immagine da diffondere nel periodo festivo è senz'altro una notizia, del resto non mi permetterei davvero di contestare un Senior Vatican analist della CNN. Potrei fare piuttosto qualche riflessione sulla forza attribuita dal Pontefice all'immagine fotografica, ma non lo farò perché in realtà questa notizia mi rimanda con la memoria ai primi anni Ottanta, in una delle aule al piano terra della facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Roma La Sapienza, quando, durante una lezione di Storia dei trattati e politica internazionale, il temutissimo professor Elveno Pastorelli, durante una spiegazione pose a noi studenti una domanda retorica carica di disillusione. «Non crederete mica – disse il docente con la sua vocina stridula e i modi andreottiani ben armonizzati con la postura gibbosa e i padiglioni auricolari radariformi – che diecimila, ventimila, trentamila o milioni di morti siano un vero problema per sedersi a un tavolo, a livello di politica internazionale?» Temo che dietro quella interrogativa retorica si celasse un grande tristissima verità. Al di là di quanto si conviene raccontare pubblicamente, il valore delle vite umane è molto scarso nel contesto della politica internazionale. Quantomeno quando il gioco tende a farsi duro. Come ci si può aspettare dunque che basti una fotografia stampata su un cartoncino per scongiurare una guerra?

Inutile dire che in linea teorica non ho nulla da obiettare nei confronti delle affermazioni papali. Ci mancherebbe! Che queste possano produrre effetti concreti nel mondo reale è però tutta un'altra storia. Magari bastasse una fotografia fortemente patetica a bloccare interessi economici incommensurabili. A rischio di passare per blasfemo, un lodevole cartoncino come quello in oggetto mi pare più una trovata alla Padre Pizarro di Corrado Guzzanti, che non un'azione in grado di produrre qualsivoglia effetto concreto. Sua Santità, coerentemente con il ruolo che investe, non ci dice altro che quello che ci si aspetta di sentire da lui. E per questo merita tutta la più profonda stima. A Papa Bergoglio il merito di aver denunciato a chiare lettere, e per primo, che siamo sull'orlo della Terza Guerra Mondiale, sempre che non sia già iniziata come lui stesso ha più volte affermato.
Un cartoncino e una fotografia, però, dubito più che fortemente che possano fermare il corso della storia, al massimo forniranno un po' di conforto alle menti più deboli. [ Sandro Iovine ]


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pubblicato in data 02-01-2018 in NOTIZIE / OPINIONI

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