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Un momento della visita alla mostra Magnum Manifesto. Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia durante l'anteprima stampa. © Ruggero Passeri

70 anni ben portati?

«Magnum è una specie di miracolo fin dalla sua nascita.
E i miracoli richiedono una fede continua»

David “Chim” Seymour

I 70 anni della Magnum Photos Dal 7 febbraio al 3 giugno 2018- Museo dell’Ara Pacis, Roma. La mostra arriva in Italia con un certo ritardo rispetto alla precisa scadenza dei settant’anni dell’Agenzia Magnum (quest’ultima fu fondata nel 1947). Tale ritardo si spiega con il fatto che la prima tappa de Magnum Manifesto. Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia è stata, nel 2017, appunto, all’International Center for Photography of New York. Curata da Clément Chéroux (già artefice della mostra retrospettiva su Cartier-Bresson), la raccolta inaugurata oggi di immagini e documenti mette in evidenza il lavoro dell’Agenzia ed il suo progressivo cambiamento nel tempo.

Un momento della visita alla mostra Magnum ManifestoGuardare il mondo e raccontarlo in fotografia durante l'anteprima stampa. © Ruggero Passeri.
Un momento della visita alla mostra Magnum Manifesto. Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia durante l'anteprima stampa. © Ruggero Passeri

A tale scopo, è articolata in tre sezioni. La prima (Diritti e Rovesci Umani) copre il periodo dal 1947 al 1968, racconta la fotografia umanistica dei primi fondatori della Magnum, il cui lavoro iniziale si rivolge all’affermazione di quei fondamentali diritti dell’uomo, che tante guerre avevano cancellato, e alla denuncia di tutto ciò che possa opporsi a tali diritti. La seconda parte (Un Inventario di Diversità) copre il ventennio dal 1969 al 1989. Di fronte ad una forte crescita economica, i fotografi si dedicano spesso ad incarichi pubblicitari per grandi aziende. Parallelamente, tuttavia, iniziano a esaminare in maniera sempre più personale e intima aspetti nuovi, come la diversità, la follia, l’emarginazione. Infine, nella terza parte della mostra ( Storie della Fine), e che va dal 1990 ad oggi, si mostra come la Magnum si sia confrontata con le nuove tecnologie. Mentre si afferma per la prima volta il concetto di fine della storia, si sviluppa tra i suoi fotografi la necessità di testimoniare la scomparsa delle cose: fabbriche e città abbandonate, rottami della crescita industriale, residui di ideologie tramontate (molti i lavori fotografici sul post–comunismo).

Un momento della visita alla mostra Magnum ManifestoGuardare il mondo e raccontarlo in fotografia durante l'anteprima stampa. © Ruggero Passeri.
Un momento della visita alla mostra Magnum Manifesto. Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia durante l'anteprima stampa. © Ruggero Passeri

Tutto questo mutarsi delle cose, alla Magnum, si riflette anche attraverso un forte dibattito interno, testimoniato in questa mostra dalla corrispondenza scritta e dalle prese di posizione, spesso critiche, di molti dei suoi membri. Frequente è il richiamo ai principi fondanti del gruppo, ma, soprattutto, ad un senso di lavoro comunitario, di collaborazione non competitiva. Qui, soprattutto, probabilmente, sta il senso dell’Agenzia Magnum. Un nucleo che ha saputo assorbire fotografi profondamente diversi, e che ha prodotto e produce risultati di alta qualità pur nella massima differenziazione. È così che, mentre nello stesso periodo Werner Bishof è in India e documenta la vita di una danzatrice locale, Elliott Erwitt, tra le mura della sua casa, fotografa la vita quotidiana della sua compagna. E’così che Paolo Pellegrin, più recentemente, può rappresentare il dramma dei migranti nell’ossessiva ripetizione di foto della cupa oscurità notturna delle acque del Mediterraneo, mentre i fotografi del Rochester Project vanno in gruppo a documentare il tramonto economico della cittadina americana, sede della Eastman Kodak.

Un momento della visita alla mostra Magnum ManifestoGuardare il mondo e raccontarlo in fotografia durante l'anteprima stampa. © Ruggero Passeri.
Un momento della visita alla mostra Magnum Manifesto. Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia durante l'anteprima stampa. © Ruggero Passeri

Il significato dell’esperimento Magnum, dunque, non sta solo nella fotografia come arte e professione, ma è da ritrovare in parole come reciproco rispetto, onestà intellettuale e libertà. Un messaggio quanto mai valido in questo fluido mondo digitale, dove persino immagini false vincono importanti riconoscimenti mondiali. Forse, in fondo, anch’essi falsi. [ Ruggero Passeri ]


Magnum Manifesto
Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia

Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta - Roma
7 febbraio – 3 giugno 2018

orario: tutti i giorni, ore 9,30 - 19,30 | chiuso il Primo maggio
ingresso: intero 11,00 € | ridotto 9,00 € (+1,00 € di prevendita) | gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
info: 06 0608
www.arapacis.it



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Museo dell'Ara Pacis

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pubblicato in data 07-02-2018 in NOTIZIE / OPINIONI

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