1 / 9       Dar Gassenhauer (La canzone popolare), 1930s. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

2 / 9       Das Eva-Chanson (La canzone di Eva), 1928-1930. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

3 / 9       Senza titolo, 1960. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

4 / 9       Im Zwielicht (Al crepuscolo), 1968. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

5 / 9       Flügelmutter (Gallina alata), 1955. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

6 / 9       Das Märchen (La fiaba), 1957. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

7 / 9       Schwarz-Weiß Akt, Vorstudie (Nudo bianco e nero, studio preliminare), 1930-1936. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

8 / 9       Selbstportrait mit Draht-montage (Autoritratto con filo metallico), 1950s. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

9 / 9       Weibliche Impression (Impronta femminile), 1947-1950. © The Estate of Heinz Hejek-Halke/Michael Ruetz. Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano.

Heinz Hajek-Halke

La Galleria Carla Sozzani di Milano ospita la prima mostra italiana di Heinz Hajek-Halke (Berlino, 1898 – 1983), autore pressoché sconosciuto al grande pubblico, ma considerato tra i pionieri della fotografia tedesca del XX secolo.
Intitolata semplicemente Heinz Hajek-Halke, l'esposizione propone una corposa selezione di fotografie vintage, tra le più significative realizzate dall'autore nel corso della sua lunga carriera: vere e proprie manipolazioni di forma, luce e movimento, stampate tra gli anni Trenta e gli anni Settanta del Novecento. Una carriera all'insegna della sperimentazione, quella di Heinz Hajek-Halke, nel senso più ampio del termine. Dopo aver infatti appreso i rudimenti del disegno dal padre – il pittore e vignettista Paul Halke, con il quale si ricongiunge nel 1910, dopo aver trascorso l'infanzia in Argentina – Hajek-Halke inizia a studiare Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Berlino. Sospende gli studi nel 1916 per arruolarsi e combattere la Prima Guerra Mondiale, ma dopo due anni li riprende, frequentando i corsi del pittore Emil Orlik e, successivamente, le lezioni di Hans Baluschek. Dal 1923 lavora come fotoreporter per l’agenzia di stampa Press-Photo, sperimentando diverse tecniche, come il fotomontaggio, la doppia esposizione e il collage. In questo periodo collabora anche con i fotografi Willi Ruge e Else Neuländer (Yva), mettendosi alla prova con lo sviluppo di immagini sempre più complesse. Durante la Seconda Guerra Mondiale si ritira sul Lago di Costanza, in Svizzera, dove inizia a occuparsi di fotografia scientifica, specializzandosi nel campo della biologia degli insetti e sperimentando diverse tecniche di manipolazione chimica, di distorsione della luce e di ingrandimento sui piccoli soggetti. Nel 1949 diventa membro di Fotoform, il gruppo d’avanguardia fondato da Otto Steinert, ma la necessità di sperimentare e di cercare nuove modalità di ingrandimento porta ben presto Hajek-Halke a concentrare il suo lavoro in camera oscura, sulle orme di Man Ray e László Moholy Nagy. Grazie alle sue conoscenze pregresse nel campo della chimica e della meccanica, inizia così a produrre negativi senza l'ausilio della macchina fotografica – sovrapponendo su vetro materiali estremamente diversi, come colla, vernici, fuliggine, fili, lische di pesce, frammenti di vetro – per poi ingrandirli e stamparli in camera oscura. Nascono così i cosiddetti Lichtgrafik, a cui seguiranno i Drahmontage, strutture con fili flessibili che, montate su giradischi e illuminate con precisione, grazie al loro movimento rotazionale restituiscono conformazioni complesse nel tempo di uno scatto. Dalla metà degli anni Cinquanta comincia anche a insegnare Fotografia e Grafica presso l'Università delle Arti di Berlino, tuttavia ciò non lo trattiene dal continuare la propria ricerca sperimentale, per certi versi alchemica: una sorta di zona grigia, sempre in bilico tra arte e scienza, dove l'autore muove e guida con capacità, tecnica e rigore il proprio immaginario. Dieci anni prima della sua morte, l'ormai noto fotografo berlinese, rimasto senza eredi, consegna tutta la sua opera al fotografo e amico Michael Ruetz che, dopo un'accurata catalogazione, la dona all'Archiv der Akademie der Künste di Berlino. Uomo enigmatico, individualista e anarchico, Heinz Hajek-Halke non ha mai fatto misero della sua controversa personalità: «Due aspetti difficili hanno sempre dominato il mio carattere: provocazione e curiosità; in termini più raffinati: una sete di conoscenza. E così sono diventato un fotografo a dispetto della pittura accademica, ma sono rimasto un pittore a dispetto della fotografia».
La mostra è realizzata in collaborazione con l'Archiv der Akademie der Künste di Berlino e con Eric Franck Fine Art di Londra, e verrà inaugurata sabato 6 febbraio 2016, dalle 15,00 alle 20,00.

Heinz Hajek-Halke
Galleria Carla Sozzani, corso Como, 10 – Milano
7 febbraio – 3 aprile 2016

orario: tutti i giorni, 10,30 - 19,30 | mercoledì e giovedì, ore 10,30 - 21,00
ingresso: libero
info: 02 653531
galleria@galleriacarlasozzani.org
www.galleriacarlasozzani.org


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[ RISORSE INTERNE ]
◉ [ mostre ] Steve Hiett. Beyond Blonde

[ RISORSE ESTERNE ]
Die Akademie der Künste, Berlin
Galleria Carla Sozzani

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pubblicato in data 02-02-2016 in NOTIZIE / MOSTRE

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