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Una vista del quartiere abbandonato di wadi Salib nella città di Haifa. © Paolo Becciu. Una vista del quartiere abbandonato di wadi Salib nella città di Haifa. © Paolo Becciu.

Passato e presente a Wadi Salib

«Questo progetto artistico non è in relazione con alcun movimento politico» ci tengono Megan Van Beuge e Paolo Becciu a mettere in chiaro la loro totale neutralità.
◼︎ FPmag - Il vostro lavoro in Israele è partito dal concetto di Home, potete spiegarci perché?
Megan Van Beuge - «Tradurre la parola Home e definire il suo significato è tutt’altro che semplice. Il significato di Home sembra essere concettualmente vago e con moltissimi termini adatti a descriverlo: posto sicuro, rifugio, comodità, confidenza e familiarità ma fa presto a diventare anche posto disagevole, scomodo, di paura e terrore. La Casa intesa come Home è il posto dove le persone custodiscono le proprie memorie e allo stesso tempo è il luogo dove creare nuove esperienze, è un punto di riferimento posizionato da qualche parte nel mondo che agisce come un’ancora, legando qualcuno ad un posto o dandogli la libertà di esplorare. Ma quando la stabilità viene a mancare anche il concetto di Home si sgretola, il contenitore che ti teneva al sicuro dalla realtà esterna smette di funzionare».

Una vista del quartiere abbandonato di Wadi Salib con sullo sfondo il porto della città Haifa. © Paolo Becciu. Una vista del quartiere abbandonato di Wadi Salib con sullo sfondo il porto della città Haifa. © Paolo Becciu.

◼︎ FPmag - L’area in cui avete sviluppato il vostro progetto la sua stabilità l’aveva persa già nel 1948...
Paolo Becciu - «Ci siamo concentrati sul quartiere di Wadi Salib nel centro di Haifa in Israele. Dalla guerra arabo-israeliana in poi il quartiere di Wadi Salib ha avuto una storia travagliata. I rifugiati della guerra del '48, tornati di nuovo ad Haifa dopo molti anni, non hanno più potuto prendere possesso di quella che era la loro casa prima della guerra. Quindi, Wadi Salib è divenuto un quartiere popolato principalmente da immigrati da paesi vicini dell'Africa e del Medio Oriente, un mix di etnie che non ha mai funzionato da un punto di vista sociale. Oggi il quartiere è totalmente disabitato e in attesa di una probabile demolizione».

La vista dalla finestra di un'abitazine abbandonata del quartiere di Wadi Salib sullo sfondo del porto di Haifa. © Megan Van Beuge. La vista dalla finestra di un'abitazine abbandonata del quartiere di Wadi Salib con sullo sfondo del porto di Haifa. © Megan Van Beuge.

◼︎ FPmag - Come avete lavorato finora?
Megan Van Beuge - «Per esplorare il loro concetto di Casa, abbiamo pensato di utilizzare la tecnica del foro stenopeico. Le case di Wadi Salib fronteggiano le nuove costruzioni e il porto di Haifa. Le finestre di quelle abitazioni abbandonate si affacciano direttamente sul nuovo. Il contrasto tra la situazione di abbandono in cui sei immerso se ti affacci da una di quelle finestre è incredibile. Quello che colpisce è contrasto con la staticità degli interni con ancora tracce del passato di chi vi aveva vissuto e il senso di nuovo e dinamismo che si coglie anche solo affacciandosi. Abbiamo pensato che si potevano fondere le due cose, il passato e presente/futuro».

La proiezione dell'immagine di Haifa sulle pareti interne di una stanza di una casa abbandonata di Wadi Salib. © Megan Van Beuge. La proiezione dell'immagine di Haifa sulle pareti interne di una stanza di una casa abbandonata di Wadi Salib. © Megan Van Beuge.

◼︎ FPmag - In che modo?
Paolo Becciu - «Come diceva Megan, l'abbandono all'interno dei palazzi di Wadi Salib In qualche modo è come se il passato osservasse il nuovo. In pratica abbiamo pensato di trasformare le stanze abbandonate in gigantesche camere oscure. Abbiamo oscurato quelle che furono finestre e praticato un foro che ci ha permesso di proiettare all'interno il mondo esterno agli edifici di Wadi Salib, la Haifa contemporanea e pulsante di vita. In questo modo abbiamo inteso dare corpo all’interno di quelle che un tempo per la gente furono Case, le immagini di ciò che invece Haifa è adesso, la città il porto gli edifici moderni…». [ Salvo Veneziano ]


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[ RISORSE INTERNE ]
◉ [ ongoing ] The Embodiment of Home

[ RISORSE ESTERNE ]

Megan Van Beuge
Paolo Becciu

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pubblicato in data 31-12-2016 in TheEmbodimentofHome

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