WASTELANDS Wastelands è un viaggio nelle aree più inquinate d'Italia, di cui fin troppo spesso si ignora la presenza

Tutto è iniziato lungo la SS 613, la strada statale che collega Brindisi a Lecce, in Puglia, attraversando il distretto industriale di Brindisi. In questa area si concentrano la centrale termoelettrica Federico II, la Sanofi Aventis, la EDIpower, il polo petrolchimico dell'ENI, la raffineria dello zuccherificio SFIR, senza contare la presenza dell'aeroporto e del porto, oltre a un numero indefinito di fabbriche abbandonate o sotto sequestro. Ma nei pressi della SS 613 passa anche il più lungo nastro trasportatore europeo (circa 13km), un condotto che può trasportare dal porto di Brindisi alla centrale di Cerano qualcosa come 2000 tonnellate di carbone ogni ora. Le dispersioni durante il trasferimento sul nastro trasportatore e la combustione del fossile all'interno della centrale causa un inquinamento che anche grazie ai venti coinvolge tre province, provocando danni alla salute incommensurabili. Le conseguenze della presenza del nastro trasportatore non si fermano però qui. Il raffreddamento delle apparecchiature avviene per mezzo di acqua marina successivamente fatta rifluire in mare a temperature elevate. La realizzazione di un canale interrato per la maggior parte del percorso non ha solo provocato il prosciugamento della falda acquifera, con tutte le conseguenze del caso, ma ha causato soprattutto l’inquinamento della falda rendendo l'acqua non potabile per gli abitanti del luogo. Gli abitanti delle zone circostanti la Centrale di Cerano sono costretti a recarsi ogni giorno fino a Tuturano, a circa 5km di distanza, per prendere acqua per uso domestico e alimentare. Senza contare il divieto di coltivazione del 2007 in un’area di oltre 16.000 metri quadri adiacente alla centrale Federico II o quello del 2011 che ha vietato l’accesso all’area protetta Micorosa (oltre 20 ettari), dove sono stati trovate tonnellate di rifiuti industriali. E ancora a Brindisi l’incidenza delle malformazioni nei neonati supera del 18% la media europea, con oltre il 68% in più per quanto riguarda le malattie cardiovascolari. Malformazioni che gli studi scientifici mettono in correlazione alla presenza di diossido di zolfo nell’aria, prodotto dalla combustione di petrolio e carbone. Infine, Lecce ha paradossalmente un tasso di mortalità per cause legate all’inquinamento più alto di Taranto, dovuto ai venti che fanno convergere tanto gli scarichi dell’ILVA quanto quelli della centrale di Cerano sulla città.
Tutto è iniziato lungo la SS 613, ma è solo l’inizio di un triste viaggio nei mali dell’ambiente in Italia.

Gli agricoltori della zona di Cerano sono costretti, a causa degli insediamenti industriali, a spostarsi fino al vicino paese di Tuturano per prendere dell'acqua. Le falde acquifere sono state inquinate dagli scavi per il passaggio sotterraneo del nastro trasportatore di carbone della Centrale Federico II. © Karl Mancini/Echo Photojournalism.

Cerano... una volta l'acqua Per colpa dell'inquinamento chi vive nei dintorni della centrale ENEL Federico II di Cerano deve recarsi a Tuturano per procurarsi dell'acqua potabile




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