Friuli Venezia Giulia Fotografia 2017

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Marie Bovo,
Стансы - Пихайловка (Stance - Mikhajlovka), 2017. Avec l’aimable autorisation de l’artiste, de OSL Contemporary, Oslo, et de kamel mennour, Paris/Londres. © Rencontres Arles. Marie Bovo, Стансы - Пихайловка (Stance - Mikhajlovka), 2017. Avec l’aimable autorisation de l’artiste, de OSL Contemporary, Oslo, et de kamel mennour, Paris/Londres. © Rencontres Arles.

Viaggi fuori dal tempo e dallo spazio

Marie Bovo nella mostra Cтансы (Stances), inserita nella sezione L'expérience du territoire all'interno dell'edizione 2017 di Les Rencontres de la Photographie, affronta trasversalmente la tematica legata al paesaggio inteso come esperienza che trascenda il tempo e lo spazio.
Marie Bovo ha infatti viaggiato su treni a lunga percorrenza tra l'Europa dell'Est e la Russia a partire dal 2016. Il paesaggio nelle sue immagini è come... filtrato attraverso la porta d'accesso dei vagoni che si aprono e si chiudono come il diaframma di un obiettivo (per usare il parallelo utilizzato dalla stessa autrice nel testo di presentazione della mostra), sancendo la distanza e la differenza tra il mondo che si trova all'esterno e quello all'interno del vagone, tra il tempo della stasi e quello del movimento. La fotocamera piazzata davanti all'ingresso del vagone esplora quindi in modo parziale il paesaggio esterno qualche istante prima della partenza, ne osserva le trasformazioni in un istante transitorio, registrando ogni volta differenze che tendono ad annullarsi progressivamente in un oblio spazio temporale che inghiotte il concetto stesso di viaggio.

Marie Bovo, Стансы - Кавголовo (Stance - Kavgolovo), 2017. Avec l’aimable autorisation de l’artiste, de OSL Contemporary, Oslo, et de kamel mennour, Paris/Londres. © Rencontres Arles.
Marie Bovo, Стансы - Кавголовo (Stance - Kavgolovo), 2017. Avec l’aimable autorisation de l’artiste, de OSL Contemporary, Oslo, et de kamel mennour, Paris/Londres. © Rencontres Arles.

L'approccio metodologico è rigoroso, ancorché dal mio punto di vista tutt'altro che appagante per l'occhio dello spettatore. Del resto, il lavoro non deve essere affrontato certo sotto questo profilo, quanto piuttosto apprezzato per gli effetti che la serialità produce all'osservazione. Il diaframma costituito dalla struttura che permette al vagone di comunicare con l'esterno tende a prevalere sui paesaggi innevati, offrendo una sensazione di claustrofobica irraggiungibilità di quanto si trova all'esterno. Per certi versi è come se ci si trovasse a viaggiare con l'autrice in uno stato di trance che permette sì di comprendere che stiamo viaggiando, ma non di percepire i dettagli del viaggio stesso.

Un momento della visita alla mostra Cтансы (Stances) di Marie Bovo presso l'Église des Trinitaires ad Arles in occasione dei Rencontres d'Arles 2017. © FPmag.
Un momento della visita alla mostra Cтансы (Stances) di Marie Bovo presso l'Église des Trinitaires ad Arles in occasione dei Rencontres d'Arles 2017. © FPmag.

In tutta sincerità, per quanto apprezzabile sotto il profilo del rigore seriale la mostra vive più del suo allestimento (che sfrutta ed esalta magistralmente lo spazio dell'Église des Trinitaires) che non dei valori espressi dalla progettualità fotografica. Certo, non si tratta di una mostra che vuole esaltare il paesaggio inteso come bellezza della natura (e aggiungerei per fortuna!), ma la deriva concettuale, che ben si prende forma nella serialità, rischia di essere penalizzata da alcune affermazioni della stessa autrice che ho difficoltà a non definire ideologiche. Quando questa va a dare ragione della serie che prevede la ripresa del paesaggio attraverso i vetri del treno in cui ricorrere la scritta Ne prislonatsia (non appoggiarsi, non sporgersi) la sovrapposizione ideologica e il preconcetto sembrano prevalere.
L'autrice sottolinea infatti che questa scritta, che troviamo declinata in tutte le lingue in tutti i treni del mondo, assume sui treni russi un valore particolare di divieto generalizzato, figlio della lunga lista di proibizioni prodotta dal regime sovietico. Concetto che personalmente potrei anche condividere in una discussione al bar, magari con nello stomaco già un tre o quattro Negroni, ma che poco mi sembra essere adatto nel contesto di un lavoro con pretese palesemente concettuali.
A parte lo sfasamento temporale che rende anacronistica l'affermazione, la sensazione è che alle immagini sia stata applicata una sovrastruttura ideologica personale basata su preconcetti da Guerra Fredda. Il bene o il male, la libertà o la schiavitù non sono mai da una parte sola. Volerlo credere significa solo aver ceduto senza combattere alla propaganda che non ha irradiato solo il mondo sotto il controllo dell'ex Unione Sovietica, ma anche il mondo Occidentale controllato dagli Stati Uniti. In entrambi i contesti, quindi, sarebbe stato possibile trovare norme o visioni del mondo che possono diventare oggetto di critica pregiudiziale.
Ben venga quindi la libertà di espressione in questo senso, ma anche quella di critica. [ Sandro Iovine ]

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СТАНСЫ/STANCES
di Marie Bovo
Église des Trinitaires, 40 rue de la République - Arles (Francia)
3 luglio – 27 agosto 2017
ingresso: 8,00 €


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[ RISORSE INTERNE ]
[ FPtag ] Les Rencotres de la Photographie 2017: il punto di vista della redazione
[ FPtag ] Les Rencotres de la Photographie 2016: il punto di vista della redazione
[ FPtag ] Les Rencotres de la Photographie 2015: il punto di vista della redazione

[ RISORSE ESTERNE ]
Marie Bovo
Galerie Kamel Mennour
Les Rencontres de la Photographie

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pubblicato in data 17-08-2017 in NOTIZIE / MOSTRE

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