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«Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell'affrontarlo, il valore nostro.»

Umberto Eco*

Se da una parte l'immagine può essere mezzo di comprensione e conoscenza della condizione dei migranti, dall'altra può essere sfruttata come strumento di acquisizione del consenso.
Un esempio evidente sono i manifesti della Lega Nord, in cui si fa spesso ricorso alla figura del migrante. Questi viene presentato in alcuni casi come una marea umana che invade il Paese. Sono chiamati in causa indirettamente i valori tradizionali che il forte afflusso di uomini e donne, con culture e religioni differenti, metterebbero in pericolo. A livello iconico questo si traduce nel mettere in evidenza il numero dei migranti. L'ancoraggio testuale mette poi sullo stesso piano sintattico i termini "clandestino" e "delinquente", con precise conseguenze. In primo luogo, si favorisce l'assimilazione dei due sostantivi in uno stesso significato, profondamente negativo. Allo stesso tempo, proprio l'associazione visiva produce come effetto quello di bollare a priori l'intera categoria dei migranti.
In altri casi, l'accento viene posto principalmente sul piano religioso. Il migrante non è solo un "pericoloso delinquente invasore", ma anche un fanatico religioso il cui unico scopo è quello di distruggere il mondo cristiano. Emblematica in questo senso la sovrapposizione grafica delle mezzelune sulla facciata di una chiesa cattolica.
Da non sottovalutare anche la scelta del gradiente cromatico rosso per l'intervento grafico. Il richiamo, nemmeno troppo sottile, va direttamente a sovraccaricare il simbolo islamico con connotazioni generiche di pericolo.
Analogamente, giustapporre donne in abiti islamici al Duomo, simbolo di cristianità, ribadisce la minaccia di occupazione che la presenza dei migranti costituisce.
Il risvolto sociale emerge quando si affianca una coppia di donne islamiche in abiti tradizionali a due ragazze occidentali. Nel messaggio – in prima lettura a favore della difesa dei diritti delle donne – non è azzardato individuare un sottotesto in cui la reificazione del corpo femminile appare strisciante e non meno inaccettabile degli impliciti sottesi dall'abbigliamento delle due donne islamiche.

[ La Redazione ]


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(*) - Umberto Eco, Costruire il nemico e altri scritti occasionali, Bompiani, Milano, 2011; pag. 10.

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